Annali di Neurologia e Psichiatria 

Nel 1992, da primo Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Perugia, Carlo Manuali sprona la Psichiatria umbra a recuperare la Rivista degli Annali di Neurologia e Psichiatria che era andata perduta nel processo di dissoluzione della psichiatria provinciale, centrata sul modello manicomiale; processo avviato nel 1965.

A cura di Francesco Scotti e Antonio De Pascalis

Perugia, 2020

 La Rivista nella veste di Annali dell’Ospedale Psichiatrico in Perugia - Autoriassunti e Riviste di  Psichiatria e Neuropatologia era stata fondata da Cesare Agostini nel 1907 sulla scia del tradizionale Rapporto triennale statistico-medico che il Direttore era tenuto a redigere per illustrare e commentare il lavoro svolto nell’Ospedale e firmato nella sua prima edizione del 1827 da Goffredo Bellisari in qualità di Sopraintendente Medico, carica che negli anni a venire sarà definita di Direzione.     

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Carlo Manuali con Ronald Laing nella Redazione de Il Messaggero, Roma, 1984

E’ stata questa una delle ultime iniziative di Carlo Manuali, prima della morte nel giugno del 1993. Nel progetto originario la Rivista rappresentava per lui un impegno collettivo che potesse valorizzare la nuova cultura psichiatrica umbra quale si era andata costruendo attraverso la pratica, la sperimentazione, l’innovazione e lo studio intorno ad un nuovo modello di cura.E’ sempre Carlo Manuali, nell’aprile del 1993, a proporre Francesco Scotti come Direttore scientifico e Antonio De Pascalis come Coordinatore scientifico della Redazione della sezione Psichiatria dei nuovi Annali, con l’obiettivo di approfondire e di articolare anche sul piano teorico e della riflessione quella rete dei Servizi di salute mentale da poco diventata una realtà sul piano dell’operatività. Per gli operatori del Dipartimento infatti, molti dei quali erano presenti nella Redazione, gli Annali ha rappresentato lo strumento dell’ampliamento di una cultura condivisa, anche grazie alla progettazione e alla realizzazione dei Seminari che hanno costituito la spina dorsale della Rivista ed hanno garantito il confronto con le realtà operative più avanzate nell’ambito del panorama nazionale.

Per rispondere al bisogno di unificare la molteplicità delle pratiche e dei saperi gli Annali pubblica quindi una serie di Seminari, promossi a partire dal 1994 dal Dipartimento Salute Mentale di Perugia, all’interno di una cornice generale che ha  a che fare con il tema del “Curare e prendersi cura in Psichiatria”, Seminari che daranno il titolo al Fascicolo pubblicato e che indicano la sfera di ricerca all’interno della quale la Rivista si muoveva.

  • fasc. 1, 1996: “Praticabilità della cura e rapporti tra terapia e riabilitazione nella psichiatria di territorio”    

  • fasc. 2, 1996: “Modelli di comprensione della psicosi e teoria della cura”

  • fasc. 1, 1997: “Ragioni della tecnica, ragioni del governo”

  • fasc. 2, 1997: “Terapie psicologiche/terapie farmacologiche: convivenza o concorrenza

  • fasc. 1, 1998: “Luc Ciompi: una prospettiva unificante la teoria e la cura delle psicosi

  • fasc. 2, 1998: “I fattori terapeutici nelle Strutture intermedie”

  • fasc. 2, 1998 supplemento: “Per una storia della psichiatria anti-istituzionale.   L’esperienza del rinnovamento psichiatrico in Umbria 1965-1995”

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Francesco Scotti, Perugia, 1996.

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Antonio De Pascalis, Perugia, 1994.

 Dal 1925 in poi invece la Rivista sarà pubblicata come Annali dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale in Perugia e ospiterà solo articoli originali e dedicati allo studio e alla ricerca in campo neuropsichiatrico. A partire dagli anni ’50 e soprattutto negli anni ‘60  con Ferruccio Giacanelli Redattore Capo e Francesco Sediari Direttore, gli Annali aveva perso progressivamente il legame con la descrizione dell’operatività interna all’Ospedale Psichiatrico Santa Margherita e finiva per ospitare e alimentare una riflessione più occasionale e teorica, soprattutto nella prospettiva dell’Antropoanalisi, prospettiva culturale in quel periodo alquanto eccentrica rispetto all’esperienza psichiatrica perugina e alla sua realtà assistenziale. A partire dal 1973 invece la Rivista contempla per la prima volta oltre l’intestazione tradizionale di  Annali dell’Ospedale Psichiatrico in Perugia anche quella di Annali di Neurologia e Psichiatria, mentre nel 1982 cade definitivamente ogni riferimento all’Ospedale Psichiatrico.

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In una nota redazionale dell’Anno LXXVI- Fasc. 1-2 Gennaio-Giugno 1982 infatti il Direttore Francesco Sediari afferma:

Ai Lettori.

     Come si sarà osservato, la testata della Rivista è cambiata. È stato tolto ogni riferimento all’Ospedale Psichiatrico di Perugia e questo perchè, come è noto, l’Ospedale Psichiatrico per legge è stato abolito; ma anche e soprattutto, perché a Perugia il suo ruolo si è notevolmente ridotto da molto tempo, da molto prima della legge. A Perugia si è affrontato il problema della nuova assistenza fin dal 1965. Fin da allora si è teso da un lato alla destrutturazione dell’Ospedale Psichiatrico e dall’altro alla riabilitazione e alla socializzazione che col passare del tempo e con il perfezionarsi delle pratiche assistenziali, sono diventati largamente dominanti.La vecchia istituzione è però ancora rappresentata, sia dai residui di essa e sia da quegli spazi protetti di cui v’è ancora necessità. Ma essa è decisamente tramontata come protagonista dell’assistenza psichiatrica, per cui non le è più pertinente una particolare menzione.Resta ferma la coesistenza di psichiatria e neurologia perché relative a mente e sistema nervoso, che sono aspetti di una stessa realtà che deve essere tenuta sempre presente in ogni ricerca che li riguardi e di cui la Rivista vuole mantenersi fedele interprete proponendosi come portavoce di ogni utile contributo.

Francesco Sediari, Perugia 1980

 Nel 1996 si impone un nuovo e al momento ultimo  cambiamento che risente, in quanto sezione specifica di Psichiatria degli Annali, delle trasformazioni che i Servizi di Salute Mentale hanno subito e delle esperienze fatte, che hanno stimolato nuove ricerche e che hanno imposto una nuova cultura psichiatrica riformata

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Nella testata del 1996 così il legame tra Psichiatria e Neurologia viene finalmente reciso, senza più la preoccupazione che ciò sia interpretato come frutto di una concezione frammentaria dell’essere umano o costituisca il portato di una qualche forma di idealismo in Psichiatria. La rottura nasce dalla necessità di organizzare in modo coerente materiali sempre più numerosi e disomogenei, che si accumulano nell’ambito della Psichiatria riformata, rinunciando nel contempo all’illusione che l’unità dell’uomo si affermi per puro accostamento del disomogeneo e non per costruzione attiva di un’immagine unitaria. E’ conservato il termine Psichiatria perché esso àncora la Rivista alla medicina nel cui ambito vuole muoversi e che suggerisce la centralità dell’interesse per l’impegno di cura e per la sua  effettiva praticabilità. 

A partire dal primo numero del 1996, il fascicolo di Psichiatria come periodico semestrale era organizzato attorno a un tema centrale, raccogliendo e pubblicando una serie di interventi preordinati svolti nel corso di un Seminario e la conseguente discussione. Ogni fascicolo prevedeva anche riflessioni sul Tema del Fascicolo successivo inquadrate come Finestra sul prossimo numero e presentava poi alcune rubriche, che costituivano il secondo nucleo editoriale denominato Discorsi aperti su…. In esse veniva articolato un dibattito su quelli che il Comitato Scientifico e la Redazione ritenevano i punti salienti della teoria e della pratica psichiatrica in quegli anni, con particolare riferimento ad alcune rubriche ricorrenti come Le parole della psichiatria, Corsi e ricorsi, La qualità possibile. Una quarta parte del fascicolo era destinata alla pubblicazione di Documenti e materiali, mentre una quinta era dedicata alle Recensioni e segnalazioni e infine concludeva l’edizione un Notiziario che segnalava incontri di studio, attività di formazione e convegni.